Classicamente, secondo la IASP (International Association for the Study of Pain), il dolore veniva descritto solamente come un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole, associata ad un effettivo o potenziale danno tissutale o comunque descritta in rapporto a tale danno.
Nel 2018 invece, più recenti studi sulle neuroscienze hanno arricchito questa definizione con ulteriori 6 annotazioni chiave che contribuiscono ad inquadrare il dolore in maniera più approfondita. Vediamole insieme:
Quale significato hanno queste affermazioni nella pratica clinica?
Vediamo innanzitutto cos’è la nocicezione. Si tratta di un insieme di meccanismi che trasportano al sistema nervoso centrale stimoli provenienti da tessuti danneggiati. Sarà poi il nostro sistema nervoso centrale ad elaborare questi stimoli come dolorosi.
Ovviamente, non sono solamente i fattori biologici e strutturali ad essere causa di dolore, come un trauma diretto al braccio, un incidente con conseguente “colpo di frusta” cervicale, uno strappo muscolare, una lussazione di spalla eccetera…ma giocano un ruolo fondamentale anche i fattori psico-sociali, culturali e le credenze popolari per la modulazione e l’interpretazione del dolore. Ad esempio, i soggetti che hanno vissuto situazioni di dolore molto prolungato o eventi emotivamente spiacevoli avranno più probabilità di sviluppare dolore cronico, come suggerito da studi scientifici, e anche dal punto n.3.
Dolore “cronico” non è sinonimo di “dolore che non guarirà mai”, ma significa che la sensazione perdura anche quando il tessuto colpito è guarito, o comunque oltre i tempi ragionevoli di guarigione. In altre parole, è come se l’allarme anti-incendio della nostra casa si mettesse a suonare anche in assenza di un incendio, quindi anche in assenza di minacce reali all’integrità dell’edificio .
Qualora quest’ultimo aspetto si stia già verificando (e questa è una situazione molto frequente nella pratica clinica) non c’è motivo di preoccuparsi. Il miglioramento avverrà, ma probabilmente sarà solo più lento!
Una volta esclusi i dati clinici rilevanti che potrebbero controindicare il trattamento, anche in accordo alla diagnosi Medica, il nostro obiettivo è quello di fare una attenta anamnesi e valutazione della Persona per capire l’origine del suo dolore, avvalendoci anche di scale di valutazione in grado di quantificarne e connotarne le caratteristiche (punto 6) .
La nostra esperienza clinica quotidiana si affianca alle più recenti acquisizioni scientifiche, e ci permette di affermare che precise e mirate tecniche di terapia manuale ed esercizi terapeutici individualizzati siano in grado di risolvere la sintomatologia della Persona affetta da dolore muscolo-scheletrico acuto e/o cronico, agendo sia nei confronti dei tessuti che provocano la nocicezione, sia permettendo alla struttura di acquisire una migliore funzionalità nelle varie attività della vita quotidiana.
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