La Chiropratica viene fatta risalire al IXX secolo ad opera del canadese David Daniel Palmer, ma le sue radici sono molto più radicate nel tempo tanto che possiamo dire che le conoscenze da cui si sviluppa sono certamente millenarie. Uno dei presupposti fondanti della chiropratica vede la colonna vertebrale come la centrale nervoso del corpo: ne deriva che una sua alterazione, come un blocco o una sublussazione vertebrale, sia in grado di provocare una disfunzione in un distretto corporeo. Il termine “blocco” deve essere inteso non esclusivamente in senso meccanico, ma può avere anche origini: energetiche, strutturali, emotive, mentali o chimiche.
La chiropratica coniuga le conoscenze scientifiche con le abilità artistiche di chi la applica per individuare e liberare l’alterazione, la limitazione, il blocco. La chiropratica si basa su di una filosofia “vitalistica”: gli interventi manuali, gli “aggiustamenti ossei” la stimolazione di “punti rigidi”, non hanno la vana ambizione di guarire il corpo, ma lo conducono a trovare la strada per tornare al miglior grado di funzionamento. Il trattamento manuale stimola la resilienza dei nostri tessuti, rimuove i blocchi che ci limitano e permette all’Intelligenza innata del nostro corpo di guarire, di ripristinare il flusso della nostra energia, di sincronizzare la funzione neuro-musculo-scheletrica.
Il metodo Asselbergs è il trattamento chiropratico dolce che utilizziamo nel nostro studio. Prende spunto dagli studi dei grandi Autori della professione chiropratica nord americana ed europea e si integra con l’esperienza clinica di quasi 40 anni di attività clinica quotidiana che ci hanno portato ad aiutare decine di migliaia di Persone, molte delle quali non avrebbero potuto sottoporsi a manipolazioni articolari. Grazie all’introduzione di questo approccio innovativo dolce, specifico ed incisivo possiamo fornire quotidianamente la risposta più adeguata ad ogni nostro assistito.
“Come per un architetto che disegna un palazzo, anche la struttura umana influisce la funzionalità del tempio che siamo!”
Peter Asselbergs